I, me, mine

Sono nel deserto, ecco dove sono.
Canto una canzone dopo l’altra, senza accompagnamento, registro intonando la voce non troppo bene e non so quella dove arriverà, chi la ascolterà, chi la comprerà.
Lo faccio un po’ così, per caso, per le vie traverse delle complesse vocazioni umane.
E magari domani balleranno sulle note della mia voce, viaggerò per farmi sentire da vivo, per la strada mi sorrideranno.
C’è da dire però che questa sessione nel deserto ha l’aria senza occhi di cento anni.

Here I am, in the desert. 
I’m always singing unaccompanied songs, I’m recording, striking up not so well with my voice and I don’t know where it’s gonna get, who’s gonna listen to, who’s gonna buy. 
I’m doing it like that, just by chance, across the side street of complicated human vocations. 
Maybe tomorrow they’re gonna dance on my voice’s notes, I’m gonna travel to make them listening to me live, someone is gonna smile to me as he cross my steps. 
Yet I must say on this desert session I breath the blind air of one hundred years.

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