giovedì 5 giugno 2014

Miss Eyre vs Mme Bovary


Per cercare di convincersi di non avere speranza con l'uomo del quale è infatuata, Jane Eyre esegue un ritratto della donna che, secondo lei, incarna tutte le caratteristiche ideali della bellezza. Lo confronta con il proprio ritratto allo specchio ed si proferisce da sola il verdetto che ella stessa aveva previsto.
Tuttavia, dopo aver escluso che sul proprio volto esista anche solo una marginale traccia di bellezza, Jane finisce per amare di più il suo padrone, Mr Rochester, e lui stesso non può resistere all'amore per lei. La disfatta della rivale, la nobile e bellissima Blance Ingram, il cui aspetto ravvisa i tratti del disegno di Jane, è completa. Tutto ciò appare inspiegabile, ma ha una sua quota di realismo. Come mai?
Soffermiamoci sulla descrizione del ritratto. Chi ci ricorda?
Ripensandoci dopo aver appena finito un romanzo, non Jane Eyre, un altro, non ho avuto alcun dubbio: si tratta del ritratto di Emma Bovary!
Forse, Jane non vuole assicurarsi di non esser bella, dote della quale in fondo non le importa un granchè (come lei stessa afferma, interrogata dal suo uomo). Piuttosto, esclude di essere "quel tipo di donna", alla quale gli uomini riservano un tipo d'amore che lei non desidera, anzi rifugge.
Emma Bovary invece subisce, a causa di un'intelligenza che non ha avuto occasione di svilupparsi, malgrado la mente vivace, la disperazione indotta dalla noia e dalla segregazione. Queste ultime la portano a cadere nelle trappole come un'ingenua. Non afferma mai la propria personalità, si lascia manipolare e non sviluppa nessuna passione, alcuna visione del mondo e degli uomini. Malgrado abbia potenzialmente le basi per farlo: ben 3000 scudi di dote!
Jane, al contrario, è povera, orfana - nonchè bruttina. Tuttavia, è saggia e decisa, finanche testarda, fantasiosa, dotata di intuito e forza morale. In più, ha ben due occasioni per affinare la propria mente: la scuola ed il lavoro. Questo la difende dal gramo destino della ricamatrice e la porta ad immaginare di poter oltrepassare l'orizzonte, a contrapporre l'idea dell'immobilismo con la possibilità del movimento. Perfino le Sacre Scritture, alle quali entrambe le protagoniste credono, sono vissute con estrama differenza: Emma è superficiale e superstiziosa, mentre Jane ha una fede fervida e focosa quasi quanto la propria immaginazione.
Non credo che si tratti di due personaggi estramizzati, non realistici: piuttosto, costituiscono le due facce della stessa medaglia. L'unico fronzolo letterario si riduce, infine, soltanto al loro aspetto esteriore, chiaramente antitetico.
In Jane Eyre incontriamo un paio di camei che assomiglia alla nostra Emma Bovary: le cugine Eliza e Georgiana, figlie della perfida zia tutrice di Jane. Esse rappresentano, sdoppiate, i due aspetti di Emma: la frivolezza impulsiva, destinata al matrimonio precoce, e lo slancio monastico, quale fuga da un mondo nel quale non ci si riesce a calare e che non desta alcun interesse.
Charlotte Bronte, l'autrice di Jane Eyre, aveva presente dunque il tipo di donna che incarna Mme Bovary. Malgrado ciò, non le contrappone Jane, la sua eroina, che incontrando le cugine dopo molti anni costruisce con loro un pur breve stralcio di empatia.
Anche un'altra figura, la signorina di cui il parrocco St John è non troppo segretamente innamorato, ha tratti "bovareschi": è bella, fragile, va a cavallo e ha una risata leggera. St John la rifiuta, pur amandola, ritenendola una moglie non adatta alla propria posizione di pastore e uomo spirituale. L'autrice, comunque, parteggia per la povera signorina, ritraendola come una disgraziata Andromeda lasciata al proprio destino da un vile Perseo, il quale le rifiuta la salvezza del vero amore per la conservazione delle convenienze dei ruoli (che poi, è un po' ciò che fa Emma Bovary con il signor Leone).
Donne non rispettate in quanto persone, il cui atto eroico più maestoso è soltanto quello dell'autoaffermazione. Tutte le altre trasgressioni sono effetti collaterali già scritti che cancellano la persona intollerante alla medicina della società.




Nessun commento:

Posta un commento